
Provini, cura contro l’ansia da prestazione
Che si tratti di un’audizione su parte o di un’ammissione in accademia, il momento dell’audizione o di qualsiasi parte del processo di casting può generare molta ansia che finisce per bloccare l’attore invece che fungere da propulsione.
Come rendere i nervi dell’ansia da prestazione nostri amici?
In generale ci sono numerose tecniche, tutte molto valide che possono essere utilizzate per contenere l’ansia da prestazione e yoga, alla meditazione, al rilassamento, al training autogeno.
La prima cosa che aiuta a togliere il focus dal nervosismo è: essere preparati.
Non importa che l’interpretazione che state presentando del vostro monologo o della scena che vi è stata assegnata sia quella “giusta” o quella che cercano, l’importante è presentarsi con una proposta.
Presentarsi con una proposta dimostra tre cose molto importanti:
- di aver fatto del lavoro in proprio
- di avere abbastanza confidenza da prendersi il rischio di sbagliare
- di essere pronto a prendere direzioni
Spostare la nostra concentrazione sul lavoro anziché sull’andamento della nostra performance ci da qualcosa su cui concentrarsi che ci distoglie dal pensare ossessivamente: “ Come sto andando? Bene? Gli piaccio? Sono giusto/a?”.
Strasberg diceva che “la recitazione grandiosa non viene fatta, ma semplicemente accade. É necessario distrarre gli attori dal pensiero di fare accadere la recitazione grandiosa, dandogli qualcosa da fare, così che la lascino accadere”
La distrazione più utile che potete procurarvi è il lavoro che avete fatto sul pezzo.
Bastano poche scelte, specifiche e supportate completamente.
- Dove e quando mi trovo?
- Con chi sto parlando?
- Cosa voglio ottenere da loro?
- Come mi sento, qual’è il mio punto di vista sulla situazione?
- Come mi fa sentire la risposta che sto ricevendo?
- Quali situazioni della mia vita sono simili a quelle del pezzo e come posso utilizzarle per avvicinarmi?
Queste sono alcune semplici domande che ci radicano nella realtà circostante dandoci consapevolezza di dove siamo, a fare cosa e perché.
Sono chiare in maniera automatica ed inconsapevole in noi nelle interazioni quotidiane. Nella recitazione invece, questa chiarezza non è automatica ma viene creata tramite il lavoro dagli attori.
Le risposte a queste domande possono essere numerose e non necessariamente una è più giusta di un’altra. Provate diverse soluzioni, osservate cosa ricevete da ciascuna e poi effettuate una scelta.
L’insieme delle scelte che fate per costruire i diversi aspetti della realtà del pezzo, è la vostra proposta di interpretazione.
Una volta individuate le scelte, supportatele a a pieno.
Soprattutto nel caso di un provino il tempo a disposizione è poco, per cui è necessario essere incisivi.
Quando fate una proposta di interpretazione di una scena o di un monologo fare scelte chiare e specifiche è meglio che farne tante, generiche.
Una delle caratteristiche più attraenti della buona recitazione è che è chiara.
Una recitazione in buona forma è una recitazione non criptica, di cui si capisce la direzione. È chiaro cosa la persona voglia e quale è il punto di vista che gli appartiene.
Le scelta generiche risultano poco decifrabili e generano confusione, lasciando un’impressione di superficialità in chi osserva.
Supportare le proprie scelte è un modo per rafforzarle e allo stesso tempo per distrarvi dall’ansia da prestazione.
E’ un modo per rafforzarle perché le scelte supportate con convinzione vi costringono ad essere attivi, a perseguire qualcosa rendendo l’interpretazione magnetica. E’ un modo per distrarvi dall’ansia da prestazione perché vi tiene impegnati in qualcosa di ulteriore, più divertente ed interessante del giudizio su voi stessi.
Il reale impegno nel perseguire le vostre scelte nella recitazione, soprattutto davanti a chi vi sta valutando, è un atto rischioso e di coraggio che sa di adrenalina sia per chi recita che per chi guarda.
É puro divertimento.
Mettetevi in condizione di divertirvi e avrete conquistato l’antidoto più prezioso contro l’ansia da prestazione.
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